Rapporto Agid 2025 | L’IA nella PA

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AgID ha pubblicato la prima indagine sistematica sull’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione centrale italiana. L’indagine, realizzata con il supporto del Politecnico di Milano e di Cassa Depositi e Prestiti, ha coinvolto 142 (tra cui 108 rispondenti) tra pubbliche amministrazioni centrali e gestori di pubblico servizio a carattere nazionale. Di queste, 45 hanno dichiarato di avere in corso almeno un’iniziativa legata all’IA. Complessivamente sono stati censiti 120 progetti, sia attivi che in fase di sperimentazione.

Le principali finalità dichiarate riguardano l’aumento dell’efficienza operativa (42 % dei progetti), il miglioramento della gestione e dell’analisi dei dati (24 %) e l’ottimizzazione dell’accesso ai servizi da parte di cittadini e imprese (18 %). Sul piano tecnologico, prevalgono soluzioni basate su machine learning tradizionale, con una diffusione significativa di chatbot e assistenti virtuali (presenti in oltre il 60 % dei casi) e un crescente interesse verso l’uso dell’IA generativa per l’elaborazione del linguaggio naturale.

La qualità dei dati rappresenta uno dei principali punti critici. In molti casi, le soluzioni si basano su dati interni all’amministrazione, non strutturati e privi di standard comuni: solo il 40 % circa delle amministrazioni dichiara di fare riferimento alle specifiche ISO/IEC 25012. Inoltre, meno di un progetto su cinque ha definito indicatori di performance (KPI) per monitorare l’impatto delle soluzioni adottate.

Anche il quadro degli approcci al procurement evidenzia limiti strutturali. La maggior parte delle amministrazioni si affida a strumenti generalisti come MePA, Consip o Accordi Quadro, senza procedure dedicate all’approvvigionamento di tecnologie IA. Il ricorso a queste procedure aumenta il rischio di dipendenza dai fornitori e rende più difficile la scalabilità e la replicabilità delle soluzioni. Il valore medio dei progetti si aggira attorno ai 3,2 milioni di euro, con risorse provenienti in prevalenza da fondi interni o residui del PNRR.

Il tema delle competenze è un altro nodo rilevante: oltre la metà delle attività è affidata a consulenti esterni, mentre il coinvolgimento di università e centri di ricerca è residuale, cosa che limita la possibilità di costruire competenze stabili all’interno delle amministrazioni e ostacola lo sviluppo di capacità autonome di gestione e manutenzione degli strumenti.

La necessità di garantire la sostenibilità ambientale dell’utilizzo di queste tecnologie IA è conosciuta, ma raramente tradotta in pratica: solo il 19 % delle amministrazioni adotta misure per ridurre l’impatto energetico delle soluzioni sviluppate. Sul fronte normativo, invece, la maggior parte delle applicazioni analizzate rientra tra quelle a basso rischio secondo l’AI Act e non sono emersi casi riconducibili alle categorie vietate, come la sorveglianza biometrica o la profilazione predittiva.

AgID propone una serie di raccomandazioni per migliorare l’efficacia e la qualità delle iniziative pubbliche sull’intelligenza artificiale. Tra queste: privilegiare tecnologie affidabili e sostenibili; rafforzare la qualità e la governance dei dati; sviluppare forme di procurement più mirate e flessibili; integrare fin da subito strumenti di monitoraggio e valutazione; promuovere l’open innovation e il coinvolgimento degli stakeholder; investire sulla formazione di figure chiave come gli AI Officer e i Data Steward.

L’indagine conferma che l’adozione dell’intelligenza artificiale nella PA centrale è in crescita, ma ancora in una fase sperimentale e frammentata. Per passare da soluzioni isolate a un impatto sistemico, sarà necessario superare le attuali criticità e favorire il consolidamento di competenze, modelli di governance e meccanismi di valutazione. Estendere l’analisi agli enti territoriali e favorire la condivisione di esperienze e buone pratiche rappresenta il passo successivo per costruire un ecosistema pubblico dell’IA più maturo, coordinato e orientato all’interesse collettivo.

Si può leggere il report integrale sulla pagina dedicata sul sito dell’AGiD.